"La città moderna", pubblicata neI 1935, può dirsi la summa del pensiero di Cesare Chiodi; è uno dei primi testi che affronta temi dell'urbanistica entro una visione della "modernità" e secondo un'angolazione tecnico-operativa che diverrà per molti anni un riferimento per i tecnici che hanno operato nelle amministrazioni pubbliche e per i professionisti.
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Questa nuova edizione, in occasione del cinquantenario del Corso di Aggiornamento in Urbanistica Tecnica del Politecnico di Milano fondato da Chiodi e Muzio, è un invito alla riflessione sul senso e sui valore della Tecnica Urbanistica ma è anche un'occasione di riflessione su un periodo singolare della nostra storia urbana. La città italiana in quegli anni si presentava con forme urbane chiare e più precisi rapporti sociali ed economici di dipendenza funzionale tra il centro e la periferia. È allora che le città di Milano (1927) e Roma (1931) predispongono nuovi piani regolatori ove entrano in giuoco variabili differenti dal passato. In quegli anni si formano molte delle figure di tecnici che, nel seguito, rappresenteranno il "nocciolo duro" dell'urbanistica italiana. Sono questi anche gli anni in cui si sviluppa il dibattito sulla nuova legge urbanistica del 1942, ancor oggi in vigore nel nostro Paese.
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