Le pavimentazioni storiche, lungi dal solo configurare strade e piazze con finalità viarie, sono in grado di innescare meccanismi evocativi e di profonda appartenenza: le loro caratteristiche, i segni che supportano, la loro fisicità e progettualità ci accompagnano costantemente.
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Per questo doppio valore storico e funzionale, gli interventi manutentivi di cui necessitano sono oggetto di dibattiti e polemiche. Si contrappongono ipotesi tese alla massima conservazione degli elementi antichi o, viceversa, alla complessiva riprogettazione degli spazi urbani. Il caso di Trieste qui presentato può dirsi emblematico. Le pavimentazioni realizzate a partire dai primi decenni dell’Ottocento, esito di un articolato programma di lavori connesso alla formazione dei nuovi borghi, sono state riconosciute come elementi di identificazione urbana per le loro caratteristiche fisiche e progettuali. Partendo da un insieme sistematico di ricerche e e analisi sulle fonti, vengono poste le basi per la costruzione di un metodo, applicabile anche in altri contesti, fondato sul supporto di conoscenze codificate e sistemi di tutela in grado di bilanciare le istanze trasformative.
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