Elefanti nani, inesistenti regni medievali, parodie politiche scambiate per vere, panzane virali e dibattiti privi di senso sui social media. Le bufale un tempo erano oggetto di curiosità, bizzarri orpelli della credulità umana di cui discutere fra il serio e il faceto.
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Oggi causano allarme sociale, come ci dimostra la cronaca recente: la baraonda digitale prodotta dal diffondersi di un'epidemia può minare alla radice i tentativi di combatterla, o al contrario facilitare una risposta collettiva sensata ed efficace. Perché la disinformazione online è soprattutto il sintomo di cambiamenti radicali nelle nuove tecnologie di comunicazione. Convivere felicemente con tutto questo è possibile, e persino necessario. Per farlo, bisogna considerare le bufale non spazzatura di cui sbarazzarsi, ma piuttosto fantastici laboratori su cui affinare le nostre competenze. Una proposta originale per orientarsi meglio nella nuova ecologia dell'informazione.
La richiesta consente di riservare volumi che risultino disponibili per il prestito.
Se l’utente li vuole ritirare il giorno stesso, dovrà attendere che vengano recuperati da deposito; altrimenti i documenti richiesti saranno preparati presso il banco prestiti a partire dal mattino successivo. I volumi rimarranno riservati a nome del richiedente per tre giorni, trascorsi i quali torneranno disponibili per gli altri utenti.
Docenti e ricercatori che desiderino ricevere i volumi con consegna "sulla scrivania" sono pregati di indicare l'indirizzo di recapito nel campo note che appare in fase di conferma della richiesta (in caso di utilizzo del catalogo tradizionale comunicarlo via email alla Biblioteca: biblioteca.beg@unibs.it).
Le richieste di prestito inviate da utenti esterni si intendono per la sola consultazione in sede.